Si cresceva:
“Parlando della nostra vita,
non ci capivamo mai e per niente,
ma era bello fumarci sopra intere serate”.
Si diceva:
“Faremo i cercatori d’oro
e ci perderemo in immense vallate,
moriremo dalle risate per la nostra stupidità”.
Si fantasticava:
“Ti offrirò da bere dal mio bicchiere
e farai una smorfia schifata:
preferirai disidratarti al torrido sole”.
Si sapeva:
“Prenderci sul serio ci diverte
e ci rotoliamo sui prati profumati d’erba
appena tagliata, scoprendo che ci rende felici”.
Si soffriva:
“La sera che ti ho detto: sai, penso di amarti,
siamo finiti per le strade fingendoci mendicanti
ed abbiamo elemosinato fino all’alba”.
Si lottava:
“La sera che mi hai detto: sai, stiamo impazzendo,
siamo finiti al fiume a fare il bagno nudi
sotto gli occhi di romantiche coppie sognatrici”.
Si crollava:
“Pensavo che tutto sarebbe rimasto uguale
e, mai, avrei immaginato che saremmo peggiorati”.
Si resisteva:
“Ora, quando ti chiedo se hai fame, mi rispondi
che vuoi costruire una casa di pezza al polo nord,
piantare ulivi sul terrazzo e mangiarne le arance”.
Ci si amava:
“Stiamo prendendo la vita in modo trasversale”.
Si invecchia insieme:
“Grazie, per avermi portato dove nessuno
ha il coraggio di andare ad esplorare cosa c’è”.
Ci si ama:
“Grazie per la tua pazzia.
Grazie per questo Amore non convenzionale”.